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Contro i papà

8 Marzo 2013 by angelaercolano 13 commenti

Contro i papà è un libro molto bello, sono d’accordo con l’autore che non bisogna dare troppo ai figli sennò non sentono il bisogno di provarci. Forse perché vengo da una cultura diversa (mia mamma è olandese) ho sempre pensato che i miei figli massimo a 20 anni, oppure a 25 anni se andranno all’università, se ne dovranno andare via di casa, altrimenti come faranno a diventare grandi? Invece vedo che in Italia i quarantenni ancora si aspettano che i genitori li aiutino praticamente e spesso anche economicamente.

Poi le mamme tendono a tenersi i figli in casa come se averli ancora lì forse fa sentire giovani anche loro, se il nido è “pieno” loro non possono essere vecchi. Invece io vorrei dare ai miei figli delle basi solide su cui poter costruire il loro futuro, è per questo che ci tengo tanto che studino l’inglese, o che s’impegnino a scuola.

In realtà mi è sembrato un libro sull’educazione (l’autore parla di correzione)molto simile a quelli che leggo scritti per le mamme, che poi in genere sempre da uomini vengono scritti, solo che mentre i libri per le mamme cercano di sollevarci dai sensi di colpa, che siamo bravissime a farci venire da sole, questo libro colpevolizza molto i papà, li sprona a seguire l’esempio dei loro padri e di diventare un muro di pietra contro cui i figli dovranno scontrarsi per crescere e diventare forti.

L’ho detto anche a Superdaddy che pensa che sia necessario che noi riusciamo a dare almeno una casa ai nostri figli. Ma io dico e noi? che ne sarà della nostra vita e della loro? Perché dovremmo fare una vita di sacrifici noi, per rendere la vita facile a loro e poi siamo sicuri che una vita senza impedimenti sia veramente così facile? A me sembra più noiosa piuttosto.

La trama:

I giovani italiani non sono da record? Falso, un primato ce l’hanno: quasi venti su cento non fanno assolutamente nulla, e nemmeno ci provano, dato che ufficialmente non lavorano, non studiano, non stanno apprendendo un mestiere. Colpa loro? In parte sì. Ma soprattutto colpa dei padri, o meglio dei teneri papà. Alle elementari facevano i compiti al posto dei figli, una volta cresciuti cercano loro un impiego tramite amici e parenti. Per loro difendono a spada tratta il valore legale della laurea, che rende equivalenti i titoli di studio sudati in atenei severi e prestigiosi a quelli ottenuti a poco prezzo, in Italia o all’estero. E persino l’inevitabile dipartita del genitore serve da deterrente al lavoro, dato che tra i molti motivi per cui i rampolli italiani ammuffiscono sul divano del salotto c’è anche “l’eredità attesa”: più puoi contare su quello che ti lascerà la famiglia, meno ti darai da fare.

Con questa mentalità stanno crescendo i desiderati, coccolati, viziati cuccioli dei baby-boomers, convinti a suon di giustificazioni e “diritti” che il successo e il benessere non si conquistano, ma sono dovuti. Purtroppo non è così. In questo lucido attacco agli errori educativi di un’intera generazione, la sua, Antonio Polito suona la sveglia per tutti i cosiddetti “papàorsetto”. Descrive la difficoltà di crescere i propri figli in un Paese dove la società è divisa in caste, la scuola pubblica è allo sbando, e tanto i media quanto la politica non abbondano di modelli positivi. Analizza il fallimento del modello “permissivista” e indica l’unica via d’uscita: un nuovo senso della responsabilità, del dovere, della conquista e della rinuncia. Prima che il grande abbraccio protettivo tra le generazioni soffochi l’Italia.

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Commenti

  1. Graziana (La stanzetta inglese) dice

    8 Marzo 2013 alle 12:58

    Ciao Angela. Non condivido alcune delle cose che hai citato di questo libro, ma mi piacerebbe comunque leggerlo. Di certo sono tentata di dire a mia suocera (polacca) questo: “…le mamme tendono a tenersi i figli in casa come se averli ancora lì forse fa sentire giovani anche loro, se il nido è “pieno” loro non possono essere vecchi”, che dici mi odierà haha. Comunque per tornare a quello che non condivido: i figli che non fanno niente e stanno a casa non sempre sono figli di genitori che li hanno viziati, possono esserci altre ragioni. Ecco, questo è un punto che mi sta a cuore, e su cui non si dovrebbe generalizzare. Ma ripeto, è un libro che mi incuriosisce molto e che sicuramente leggerò. Grazie e a presto!

    Rispondi
    • angelaercolano dice

      8 Marzo 2013 alle 14:31

      Penso che tua suocera ti potrebbe anche diseredare 😉 sicuramente non si può generalizzare mai e in nessun caso ma ti posso dire che da quello che vedo, anche prima della crisi nessuno andava via di casa a meno che non si sposava e andava a convivere è un fatto culturale e lo dimostra che gli americani di origine italiana fanno lo stesso. un bacione

      Rispondi
      • angelaercolano dice

        9 Marzo 2013 alle 13:05

        Cara Maris, Il “muro di pietra” era contro il “muro di gomma” dove non ti fai male ma non riesci nemmeno a far breccia per poi uscire e crescere stiamo comunque parlando di figli adulti, noi siamo ancora un po lontane da questi problemi e il muro non è inteso come mancanza di dialogo ma come limiti che secondo me sono imprescindibili,ne vedo tanti di bambini e ragazzi che stanno crescendo senza regole e non sono un bel vedere second me. Si che dovremo trovare un accordo io e Superdaddy ma lo facciamo già ora, ogni decisione importante è vagliata per ore!

        Rispondi
  2. maris dice

    8 Marzo 2013 alle 18:59

    I papà hanno un ruolo importante nell’educazione dei figli, è certo.
    Concordo sul non viziare i ragazzi, ma dissento sul diventare addirittura “un muro di pietra contro cui i figli dovranno scontrarsi per crescere e diventare forti.” Mi pare eccessivo! Un dialogo, una mano tesa (senza esagerare, è ovvio!) devono sempre esserci, a mio avviso.
    Mi sa che tu e SuperDaddy dovrete trovare un accordo sul futuro dei Child 😉 forse la cosa migliore come sempre è nel mezzo!

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  3. UnaMaMmaPerDue dice

    8 Marzo 2013 alle 19:37

    Anche io condivido solo una parte del discorso…
    Io punto a garantire un po’ di serenità ai miei figli, spero si possano sentire con le spalle protette mentre scoprono il mondo e diventano autonomi.
    Proprio come abbiamo fatto io ed il papi!

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    • angelaercolano dice

      9 Marzo 2013 alle 12:47

      Ma certo uno mica li vuole cacciare di casa! E’ solo che è anche importante renderli indipendenti pian piano perché possano vivere a pieno la loro vita, baci

      Rispondi
  4. stefania dice

    8 Marzo 2013 alle 19:46

    Questo libro mi è già stato suggerito da un’amica ma ancora non l’ho letto.

    Rispondi
    • angelaercolano dice

      9 Marzo 2013 alle 12:46

      Leggilo Stefania ne vale la pena secondo me, buon week end 😀

      Rispondi
  5. Lisa dice

    8 Marzo 2013 alle 21:25

    Consigli sempre libri originali…mi piacerebbe leggere anche questo, e lo farei leggere volentieri a mia suocera!!!

    Rispondi
    • angelaercolano dice

      9 Marzo 2013 alle 12:46

      hahaha le suocere sono sempre un must vero?!?

      Rispondi
  6. Diario Magica Avventura dice

    11 Marzo 2013 alle 19:53

    Hai sempre libri interessanti da proporre e leggendoti ti conosco sempre un po’ di più, non sapevo delle tue origini olandesi, ammiro molto l’apertura mentalità che ti avrò dato tua madre. Anche mio marito pensa di non dare tutto a nostra figlia, sono io quella che esagera perchè quando ero piccola non avevamo molto. Certo, senza esagerare, di sicuro dovrà andare a lavorare per guadagnarsi il futuro, noi non abbiamo nè le capacità, nè la volontà di dargli una casa, se la deve guadagnare perchè se fa un progetto se soddisfazione, impegno e il gusto di arrivare a realizzare un sogno, mentre ricevere qualcosa di così grande dai genitori non ha lo stesso sapore. Conosco molti giovani che si crogiolano nella loro posizione di figli unici e fanno finta di andare all’università, senza impegnarsi seriamente perchè si sentono con le spalle coperte dai genitori sia per il lavoro che per la casa. Sinceramente mi fanno dispiacere e rabbia, la vita è un’altra cosa, non aspettare di essere serviti.

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    • angelaercolano dice

      12 Marzo 2013 alle 10:32

      Cara Federica anche io do tantissimo ai miei figli, perché anche a casa mia non è che c’era chissà che ma quando saranno grandi pretendo che diventano indipendenti e che non si aspettino che io e il padre li dobbiamo campare fino a 40 anni, non ci sarà lavoro in Italia? Pazienza, vuol dire che se ne andranno all’estero!

      Rispondi

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