L’educazione stradale (e non solo!) si insegna da piccoli. Sante parole. Soprattutto in tempi di “maleducazione” generalizzata e di conseguenti pericoli assortiti. Viste le tante corse per riacciuffarlo a pochi centimetri dal baratro (auto o scooter che fosse), ho pensato di instradare (è il caso di dirlo) il piccolo di casa non più solo in veste di pedone, ma anche nei panni di guidatore. Complice il compleanno, viste le reiterate richieste del mini consumatore, ho deciso di sorprenderlo con una macchina elettrica. Uno choc per un appassionato di auto e camion… sempre e solo in miniatura! Appena l’ha vista è rimasto senza parole. Un secondo, due al massimo, ed è salito a bordo. Un viale alberato largo e semi deserto è stato il territorio della scuola guida. Poi abbiamo affrontato curve e strade meno libere, fino ad azzardare attraversamenti con semaforo verde: “Ora posso passare, vero mamma?”.
La Mini Cooper elettrica è una replica direi perfetta del modello da adulti, carrozzeria rosso e nero, cruscotto che si illumina, contachilometri e tachimetro (la velocità massima è di 3,5 km/h), oltre a un voltametro digitale che fotografa lo stato di carica della batteria, collegamento audio con tanto di altoparlanti per Mp3. Le luci dei fanali anteriori si accendono appena si mette in moto, c’è il rombo del motore e il suono del clacson, due specchietti retrovisori. Il “cuore” della Mini (adatta alla fascia d’età dai 3 agli 8 anni) è la batteria ricaricabile, l’auto si muove autonomamente con un pedale che se spinto in giù fa accelerare, se sollevato decelera e la fa fermare, un pulsante on/off, uno di marcia avanti e retromarcia, oltre al servosterzo.
Ma non basta: c’è un telecomando per gli adulti che consente di intervenire, in qualunque momento, a tutela del baby guidatore. E non mancano le cinture di sicurezza regolabili che ancorano il bambino al sedile. Il manuale di istruzioni guida al montaggio, punto dopo punto, con grande semplicità. Una mezz’ora e la Mini è pronta a partire.
Noi l’abbiamo trovata da Imaginarium, una delle più grandi catene di negozi specializzate nei prodotti per l’infanzia e le famiglie. Nata a Saragozza nel 1992, la compagnia ha 425 punti vendita in 28 Paesi. Una cosa che ho notato con piacere è che Imaginarium e il suo marchio ItsImagical propongono giocattoli che si basano su qualità, valore formativo, non sessismo, assenza di contenuti bellici, oltre che sul divertimento. La Cooper -scontata la gioia che porta con sé quando offerta a un bambino- mi ha aiutato (e ancora lo farà) a sensibilizzare il pedone/futuro guidatore all’attenzione per i segnali, al rispetto delle regole, al lato di marcia, più in generale al muoversi con consapevolezza nelle strade. Il che, soprattutto in città, è indispensabile, vi pare?
Elisabetta Martorelli
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